La storia di Sciacca è tra le più antiche della nostra Sicilia, ricchissima di eventi che hanno lasciato un’impronta memorabile nel corso dei secoli.
Numerosi furono gli insediamenti dei popoli del Mediterraneo. I primi dominatori furono i Greci e i Cartaginesi (409 a.C.), che la chiamarono “Terma” per le sue acque termali. In seguito, gli Arabi la chiamarono “Xacca”, che in latino diventò Sacca, che poi si trasformò nell’odierna Sciacca. Grande importanza acquisirono le acque termali e le stufe vaporose del Monte Kronio, fin dai tempi antichi.
Nel corso dei secoli Sciacca continuò a subire diverse dominazioni: i Romani contribuirono alla crescita economica della città, con attività commerciali e portuali, e la chiamarono Therme Selinuntine (340 d.C.). E a causa della sua posizione strategica nel mare, Sciacca subì le devastazioni barbariche. Segue un periodo di decadenza, alla caduta dell’Impero Romano, in cui dominarono i Bizantini, durato tre secoli. In questo periodo si insediarono sul Monte Kronio i monaci eremiti, tra cui San Calogero, che visse all’interno di una grotta, presso le stufe vaporose. A San Calogero infatti fu dedicato il Monastero omonimo costruito sul monte.
Seguirono la dominazione Araba (827-1087), e Normanna, durante la quale la città acquistò una notevole importanza commerciale. Il periodo di massimo splendore per Sciacca si ebbe nel 1101, quando la città passò alla figlia del Conte Ruggiero, Giulietta. Si cominciarono a costruire importantissimi monumenti, Chiese e Palazzi, ancora oggi visibili e ben conservati. Alla morte di Giulietta, alcune famiglie di Nobili si contendevano i territori circostanti con durissime, secolari, lotte sanguinarie, tra cui la famosa contesa per il Castello dei “Luna”, dal quale è stato tratto il romanzo in dialetto siciliano “Lu Casu di Sciacca”, di Vincenzo Licata. Teatro della famosa disputa fu il Castello dei “Luna”, costruito alla fine del 1300 da Guglielmo Peralta, marito di Eleonora d’Aragona. Il Castello fu oggetto di contesa tra le famiglie dei Luna, i successori del Peralta, e la famiglia dei Petrollo. Una lotta secolare e sanguinaria, quasi una guerra civile, culminata con l’uccisione di Giacomo Perollo, nel 1529, e il suicidio di Sigismondo, autore del delitto. Alla fine, la popolazione di Sciacca era praticamente decimata, e seguì un lungo periodo di decadenza. Nei secoli successivi Sciacca subì altre dominazioni: Spagnola ed Austriaca.
Nel 1734 subentrò la dominazione Borbonica, durata fino ai moti rivoluzionari dell’Ottocento a cui Sciacca partecipò attivamente. Nel 1860 Giuseppe Garibaldi non poté sbarcare a Sciacca, come aveva progettato, a causa della presenza nelle acque di Sciacca, delle flotte Borboniche; cosicché preferì sbarcare a Marsala l’11 Maggio 1860. Ma la notizia dello sbarco arrivò lo stesso a Sciacca, scatenando l’insurrezione popolare contro i Borboni, e manifestazioni di giubilo per l’arrivo di Garibaldi in Sicilia. Anche da Sciacca, molti giovani patrioti si unirono ai Garibaldini, e parteciparono con onore alla liberazione della Sicilia dai Borboni. Dopodiché Sciacca passò sotto gli interessi Piemontesi, ma i saccensi trovarono in un loro rappresentante, Saverio Friscia, l’opportunità di riscattarsi economicamente, il quale rappresentò Sciacca al Parlamento fino al 1882.
Il Novecento è il secolo dei conflitti mondiali. Anche Sciacca ha pagato il suo tributo di sangue, sia nella prima e nella seconda guerra mondiale. Sciacca fu pure bombardata, durante la seconda guerra mondiale, ma per fortuna con poche vittime e danni.
Il dopoguerra è storia dei nostri giorni: la lenta ripresa economica, l’emigrazione, la ricostruzione, l’incremento demografico, e nuovo progresso sociale, cosicché oggi Sciacca è una moderna città che vive di turismo e di pesca, alla ricerca dei ricordi perduti.